La visita alla pinacoteca comunale di Vasto è un’ottima occasione per ammirare alcuni begli esempi della corrente del verismo pittorico di metà Ottocento, e soprattutto per rivivere la storia culturale della città di Vasto attraverso l’opera dei suoi principali artisti.

La città di Vasto, infatti, ha dato i natali a diversi ottimi pittori, che hanno lavorato soprattutto nell’ambiente napoletano, prima e dopo l’Unità d’Italia. I principali sono i quattro fratelli Palizzi, dalle cui donazioni fu costituita la prima raccolta della pinacoteca nel 1898.

L’attuale allestimento della pinacoteca comunale, riaperto nel 1999 all’interno delle rinnovate sale di Palazzo d’Avalos, comprende diciassette opere di Filippo Palizzi, il più noto fra i fratelli, e otto opere di Giuseppe, Francesco Paolo e Nicola Palizzi.

Fra i principali quadri di Filippo Palizzi presenti nella pinacoteca, dobbiamo sicuramente citare I due pastorelli, Olanda e l’Autoritratto del 1860, oltre ai tanti ritratti di animali, fra cui il famoso Muletto, che gli sono valsi il soprannome di “Pittore degli animali”.

Di interesse storico è invece la pala Ecce Agnus Dei del 1889, collocata in origine nella chiesa di San Pietro, così come il dipinto Il cieco di Gerico di Francesco Paolo Palizzi. Entrambi i dipinti sono entrati a far parte della raccolta della pinacoteca a causa dell’abbattimento della chiesa, a seguito delle lesioni causate dalla grande frana del 1956.

Oltre a quelle dei Palizzi, sono degne di interesse anche le opere di Gabriele Smargiassi, pittore vastese divenuto maestro di Paesaggio all’Accademia di Belle Arti di Napoli e, in questa veste, insegnante dei fratelli Palizzi. Smargiassi è considerato uno dei principali esponenti della Scuola di Posillipo e del vedutismo partenopeo.

Di particolare importanza storica è la Veduta di Vasto del 1831, sia perché rappresenta l’aspetto che aveva il fronte sud della città, quando erano ancora presenti tratti delle mura caldoresche, sia perché questo dipinto fu regalato dal pittore a Gabriele Rossetti, quando andò a trovarlo nell’esilio di Londra nel 1838, e venne poi conferito alla città di Vasto dal figlio William Michael Rossetti nel 1883, in occasione del centenario della nascita del padre.

Il viaggio attraverso la pittura vastese dell’Ottocento può dirsi terminato con lo Studio di pecore di Valerico Laccetti, allievo ed epigono di Filippo Palizzi, che nelle sue opere porta a termine la parabola della pittura impressionista di scuola partenopea.